Francesco Zenzale
Nel libro degli Efesini, Paolo non solo si stupisce delle “immense ricchezze della sua grazia”, ma ci fa anche sapere che ne abbiamo davvero bisogno. Dopo aver brevemente descritto il nuovo stato del cristiano, cioè la sua condizione di essere redento, di figlio ed erede di Dio, di persona che ha impresso su di sé il segno dello Spirito Santo come risultato della grazia divina (Efesini 1:3-14), nel capitolo 2 sviluppa una riflessione sulla sua condizione precedente e sulla sua conseguente salvezza. Dobbiamo sapere da dove veniamo. Dobbiamo sapere chi siamo, cioè peccatori, persone destinate alla morte. Non dovremmo mai dimenticarlo, perché se dovessimo perderlo di vista, cesseremmo di apprezzare la nostra salvezza e di far tesoro della bontà e della grazia di Dio. Leggendo il passo di Efesini 2:4-10, non solo la parola grazia ricorre molte volte in questo p asso, ma Paolo ci dice pure che la nostra condizione umana è disperata. Senza la grazia di Dio siamo morti, spiritualmente morti. Siamo schiavizzati e irretiti inevitabilmente nella spirale del peccato. Abbiamo bisogno di essere liberati, di tornare a essere l’unica proprietà del nostro vero Signore, il nostro Creatore. Una nuova vita, è ciò di cui non possiamo fare a meno. Ma al di fuori della grazia di Dio non c’è modo di ottenerla. In questo passo l’apostolo insegna tre cose:
– La salvezza è interamente per grazia. Lo stesso pensiero è enfatizzato tre volte: “è per grazia che siete stati salvati” (Efesini 2:5,8). Poi, Paolo rafforza lo stesso concetto aggiungendo “e ciò non viene da voi, è il dono di Dio”. E prosegue per esser sicuro che abbiamo afferrato l’idea: “Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti” (v. 9). La salvezza è sempre il libero dono di Dio, se potesse essere acquistata e se potessimo aggiungervi qualcosa, la grazia non sarebbe più tale.
– Paolo presenta la salvezza come un fatto compiuto. Per la grazia di Dio siamo già salvati (vv. 5,8). Abbiamo già la redenzione e il perdono dei peccati (Efesi 1:7). In Cristo siamo già stati risuscitati e posti a sedere nei luoghi celesti (Efesi 2:6).
– C’è anche una dimensione futura. Ciò che Dio ha fatto per i credenti, che è una realtà attuale, sarà pienamente conosciuto solo nelle età avvenire. Per quanto già salvati, la salvezza finale ci è ancora davanti, quando non solo saremo liberati dal potere del peccato, ma anche dalla sua presenza. Guardiamo proprio a questa conclusione finale.
L’abbondante grazia divina comprende tre dimensioni: una passata, una presente e una futura. Quando la accettiamo siamo rinnovati e il nostro passato è sepolto in Cristo. Se camminiamo con il Signore la trasformazione della nostra vita è la prova che la sua grazia abbondante si trova in noi. Anche se pecchiamo la sua grazia è, e sempre sarà, pronta a perdonarci se ci pentiamo e confessiamo i nostri peccati.