Francesco Zenzale
“Mentre parlava ancora, ecco arrivare Giuda, uno dei dodici, e insieme a lui una gran folla con spade e bastoni, da parte dei capi dei sacerdoti e degli anziani del popolo. Colui che lo tradiva, aveva dato loro un segnale, dicendo: ‘Quello che bacerò, è lui; prendetelo’. Pietro, intanto, stava seduto fuori nel cortile e una serva gli si avvicinò, dicendo: ‘Anche tu eri con Gesù il Galileo’ […] Ma egli lo negò davanti a tutti, dicendo: ‘Non so che cosa dici’. Come fu uscito nell’atrio, un’altra lo vide e disse a coloro che erano là: ‘Anche costui era con Gesù Nazareno’. Ed egli negò di nuovo giurando: ‘Non conosco quell’uomo’. Di lì a poco, coloro che erano presenti si avvicinarono e dissero a Pietro: ‘Certo anche tu sei di quelli, perché anche il tuo parlare ti fa riconoscere’. Allora egli cominciò a imprecare e a giurare: ‘Non conosco quell’uomo!’. In quell’istante il gallo cantò” (Matteo 26: 47-48, 69-74). Pietro e Giuda reagirono positivamente a Gesù. Entrambi non furono insensibili alla bellezza del carattere del Cristo. Spesso, mentre ascoltavano il Salvatore furono persuasi dalle sue parole e furono attratti dal carattere e dalla vita del Maestro. Provavano un sincero desiderio di cambiare e avevano sperato di attuarlo seguendo Gesù. Sia Pietro sia Giuda erano membri capaci e determinati dell’élite dei dodici discepoli, ma entrambi tradirono (o rinnegarono) Gesù a poche ore di distanza l’uno dall’altro. Mentre molti personaggi della Bibbia rimangono nell’oscurità, Pietro e Giuda sono tra i più conosciuti. Scrittori e oratori possono alludere a uno dei due ben sapendo che la gente capirà di sicuro di chi si sta parlando. Anche coloro che leggono la Bibbia considerandola solo come un’opera letteraria conoscono il fallimento di Pietro e Giuda. Nella maggior parte delle culture si attribuisce un certo valore alla lealtà verso la famiglia, il proprio paese, la propria chiesa o i propri amici. Di conseguenza, storie di persone che tradiscono i loro amici suscitano un interesse generalizzato. Il famoso grido di morte di Giulio Cesare “Anche tu, Bruto, figlio mio!” rivolto al figlio adottivo che lo pugnalava, suscita ancora oggi delle emozioni intense. Quanto più ci deve toccare il tradimento del Figlio di Dio da parte di due dei suoi discepoli, ma ancora più il nostro tradimento!