Notizie Avventiste-Francesco Zenzale
La prima importante affermazione biblica per capire la natura umana si trova in Genesi 1:27: “E Dio creò l’uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina”.
Questa dichiarazione è di fondamentale importanza per la formulazione di un’antropologia biblica. Gli esseri umani sono degli esseri creati. In altre parole, noi siamo parte integrante del mondo creato. Ciò significa, in primo luogo, che abbiamo avuto un inizio. Non siamo, quindi, eterni e non apparteniamo al divino. Il nostro modo di esistere è essenzialmente differente da quello di Dio: Egli è sempre esistito; noi siamo venuti all’esistenza. Il nostro ruolo nel cuore dell’universo è quello di esseri creati.
In secondo luogo, gli esseri umani sono esseri limitati. La loro esistenza è paragonabile a un prestito, quindi non è sufficiente a se stessa. Noi non siamo degli esseri indipendenti capaci di produrre energia propria in grado di garantire l’esistenza. Di conseguenza, come un giorno siamo venuti al mondo, così possiamo tornare al nulla. Insomma, possiamo smettere di esistere.
Tuttavia, benché la nostra vita ci sfugga, siamo chiamati a collaborare con il Creatore per preservarla: siamo degli amministratori della nostra vita.
In terzo luogo, considerare gli esseri umani come creature significa che essi esistono nel tempo e nello spazio. Questi due elementi sono menzionati nel racconto della creazione. Adamo ed Eva furono creati nel sesto giorno, durante una frazione particolare del tempo. Pertanto noi siamo condizionati dal tempo. Adamo ed Eva sono venuti all’esistenza in un luogo particolare: il giardino d’Eden. Lo spazio costituisce la totalità del mondo creato. Il loro ambiente era la flora, la fauna e l’universo intero. Se lo spazio dove noi viviamo è distrutto, la nostra esistenza è in pericolo. La corretta gestione del mondo creato è dunque di importanza vitale.
In breve, essere creature significa che non siamo il risultato di forze impersonali che agiscono nel cuore dell’universo, ma che siamo il frutto di un atto d’amore. La nostra esistenza è una manifestazione dell’amore disinteressato di Dio, un atto della sua grazia. L’Onnipotente ci ha creati perché, nel suo amore, ha visto che ciò era molto buono. L’amore di Dio, la sua grazia e la sua libertà hanno dato vita a un essere intelligente, che era ed è una parte del mondo creato e quindi differente dal suo Creatore. Questa creatura è capace di apprezzare tale amore e di ricambiarlo.