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Sincerità e ipocrisia

Ci vantiamo di vivere in un tempo che ha saputo sbarazzarsi di tutte le
ipocrisie, come anche di tutti i tabù. Ormai, basta con i falsi
pudori. Si osa chiamare un gatto: gatto.

Ma comunque, le eccezioni non mancano!

In affari, per esempio, ci sono dei procedimenti evidentemente disonesti,
e che sono dei veri e propri ladrocini. Ma siccome quei termini sono troppo
scioccanti, li si elimina. Allora si dirà: “È un uomo abile,
un astuto, uno scaltro”. E poi, non è vero?: “Gli affari sono affari”.

In amore, niente impedisce di ricorrere agli stessi sistemi. Addossarsi
sulla schiena l’etichetta di infedele è veramente spiacevole. L’astuzia
consiste nel trattare da stupidi i mariti e le mogli fedeli, aggiungendo
subito dopo che non si vorrebbe essere uno stupido.

Così facendo, riconoscetelo, il vizio diventa virtù. È
così che le parole si deformano. Al punto che si fa dire loro esattamente
il contrario di ciò che vogliono dire. La dittatura diventa democrazia,
la volgarità si trasforma in sincerità, e il disordine diventa
progresso.

A causa di tutto questo, proviamo difficoltà a comprenderci gli
uni gli altri e sarebbe sbalorditivo solo se non fosse così.

da Minute Å“cuménique, Georges Juvet