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Riconciliazione e il valore assoluto della persona

Francesco Zenzale
Ai nostri giorni tutto quello che non serve a qualcosa lo si getta via! Si getta l’imballaggio, si gettano via i recipienti di plastica e tutto ciò che non vale più niente, ci si sbarazza dei vecchi frigoriferi, dei panni logori e delle auto scassate. Ma c’è gente che vorrebbe andare più il là e dice: “A che cosa serve un ammalato? A che cosa serve una persona anziana? Quanto vale un ragazzo handicappato?”. E si conclude: “Dal momento che costoro non servono a niente, togliamoli di mezzo!”. Essi valutano le persone come se si trattasse di merce da acquistare o da vendere! Tutto ciò è odioso. Il valore assoluto della persona non è dato in base alle sue prestazioni o alla sua utilità: “Vali perché servi, sei utile a …”. Esiste un modo disinteressato che afferma il valore assoluto della persona , perché ogni individuo vale in se stesso e per se stesso, ed è irrepetibilmente unico.
Proviamo a pensare e a verificare se, in tutta la realtà in cui viviamo, esistono altre “cose” di cui si possa dire ciò che, come abbiamo visto, si dice della persona. Sono sicuro che la nostra verifica avrà esito negativo: niente è come la persona. Allora comprendiamo quanto scrisse Tommaso d’Aquino: “La persona è ciò che esiste di più perfetto nella realtà”. Non si può essere più che persona.
Fra le tante donne che Gesù ebbe la gioia di incontrare, Maria Maddalena, indubbiamente, è colei che suscita maggiore attenzione: è stata la prima a recarsi al sepolcro e a vedere il risorto. Maria aveva un’esperienza di vita caratterizzata da traumi e scelte che l’avevano indotta alla prostituzione e ad essere posseduta da Satana. Il suo primo incontro con Gesù, benché sia vissuto come conclusione di una vita perduta – volevano lapidarla – si trasforma in un nuovo inizio. Quello sguardo tenero, misericordioso, dolce e fiducioso; quelle parole penetranti – “Neppure io ti condanno, va e non peccare più” (Giovanni 8:1-11) – s’incuneano nel profondo del suo cuore, risvegliano il suo primo amore per Dio, la speranza, la fiducia e la gioia di sentirsi accettata per il suo proprio valore, in quanto donna con il diritto di riscatto. Ella finalmente trova qualcuno che coglie il suo dolore, la sua solitudine, il suo desiderio di essere donna. Alcuni avevano approfittato del suo corpo per soddisfare le basse passioni, altri l’avevano strumentalizza per intrappolare Gesù e altri ancora volevano porre fine alla sua “disutile” esistenza. Era una gran peccatrice e Gesù avrebbe potuto spegnere ogni barlume di speranza nella sua anima, ma si guardò dal farlo. “Sebbene agli occhi umani il suo caso apparisse disperato, Gesù vide in Maria la possibilità di fare il bene e ne scorse i tratti migliori del carattere. Il piano della redenzione offriva agli uomini grandi possibilità, possibilità che si attuavano in Maria, la quale mediante la grazia divenne partecipe della natura divina. Maria, che era caduta e aveva accolto dei demoni, era molto vicina al Salvatore nel discepolato e nel ministero” (E. G. White, La Speranza dell’uomo).