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Perché siamo nati? (terza parte)

Notizie Avventiste/Francesco Zenzale
Nei precedenti due articoli, pubblicati su Notizie Avventiste del 12 e 19 febbraio, sono state presentate le prime due risposte alla domanda: “Perché siamo nati?”. Il terzo motivo per cui siamo su questa terra lo troviamo in Genesi 1:29: Dio disse: “Ecco, io vi do ogni erba che fa seme sulla superficie di tutta la terra, e ogni albero fruttifero che fa seme; questo vi servirà di nutrimento”.
Questo testo, a prima vista, sembra che non abbia nulla a che fare con lo scopo per cui vivere, ma non è così. Nutrirsi è fondamentale alla vita, non solo biologica, ma anche psicologica: “Mente sana in un corpo sano”.
L’esistenza della persona, il suo divenire è intimante legato alla salute. Stare bene fisicamente dà modo di muoversi, lavorare, creare e istituire delle serene e apprezzabili relazioni
Possiamo riassumere molte delle caratteristiche della nostra esistenza dicendo che l’essere umano è essenzialmente corporeo. Esistiamo in una forma corporea. Non si tratta semplicemente del fatto che abbiamo un corpo. Più precisamente, noi siamo il corpo.
Troviamo questa fondamentale caratteristica dell’esistenza umana in una delle più importanti dichiarazioni bibliche sull’uomo: “Allora il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente” (Genesi 2:7, versione Cei). Il corpo, dunque l’organismo fisico, è un aspetto costitutivo dell’esistenza umana. Non possiamo immaginare la vita umana al di fuori di un qualche tipo di corpo. In realtà, un essere umano senza corpo costituirebbe una contraddizione di termini.
Dal momento che l’esistenza degli uomini e delle donne è essenzialmente corporea, ne consegue che il corpo è qualcosa di buono che merita di essere trattato con cura. In se stesse, le cose che rendono la nostra vita fisica gradevole sono buone, pertanto non c’é niente di male nel mangiare e nel bere. Dio stesso provvide al cibo di Adamo ed Eva (Genesi 2:9,16). Gesù promise di mangiare e bere con i suoi discepoli nel regno di Dio (Luca 22:16-18), e Giovanni vide i redenti liberati dal problema della fame e della sete (Apocalisse 7:16).
Nella visione cristiana dell’uomo, dunque, l’idea che i bisogni fisici naturali debbano essere repressi, è totalmente assente. Nella ricerca della santità, erroneamente, delle persone vivono senza mangiare e bere a sufficienza per lunghi periodi.
Abbiamo bisogno di recuperare il senso della vita tenendo conto di quanto sia importante prendersi cura della salute, mediante un’alimentazione sana, adeguata alle esigenze del nostro organismo e che sia in rapporto al tipo di attività che svolgiamo. Non dobbiamo vivere per mangiare, ma mangiare per vivere alla gloria di Dio. “Sia dunque che mangiate, sia che beviate, sia che facciate qualche altra cosa, fate tutto alla gloria di Dio” (1Corinzi 10:31).