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Perché siamo nati? (quarta parte)

Notizie Avventiste/Francesco Zenzale
Continuiamo a soffermarci sui motivi per cui siamo al mondo. Il quarto motivo per cui siamo nati è ben evidenziato nel testo di Romani 8:29: “Perché quelli che ha preconosciuti, li ha pure predestinati a essere conformi all’immagine del Figlio suo, affinché egli sia il primogenito tra molti fratelli”.
“Il significato fondamentale del peccato è il ‘fallimento’ come uomini creati a immagine di Dio. Questo fallimento consiste nella rottura della nostra relazione con Dio e con gli altri esseri umani, rottura che comporta sfiducia, orgoglio, disubbidienza, ribellione e ingratitudine … La natura umana è stata corrotta nel profondo di se stessa e in essa alberga un’ostilità istintiva verso Dio (Romani 8:7); è debole e soffre di un’inclinazione, quasi incosciente, al peccato. Questa natura, dominata dal peccato, governa la razza umana (Romani 8:9) e a causa di questa schiavitù è impossibile agli uomini divenire fedeli amministratori di Dio … Il peccato, rivolta contro Dio, non ha prodotto soltanto l’egoismo e la schiavitù: esso ha anche deformato l’immagine di Dio nell’uomo (Romani 3:23)” (G. Marrazzo).
A causa del peccato la nostra natura fisica, spirituale e morale è stata alterata. Pertanto l’umanità ha perso il senso della vita e la dignità di essere figlia di Dio. Ma grazie all’amore del Creatore, possiamo recupere ciò che è perduto perché in Gesù, mediante l’opera dello Spirito Santo, possiamo acquisire il carattere di Cristo ed essere adottati da Dio come suoi figli (Efesini 5:1).
Siamo “predestinati a essere conformi all’immagine del Figlio di Dio”, ciò significa che siamo orientati, grazie all’opera dello spirito Santo, ad acquisire la libertà interiore, spirituale e sociale, che è stata di Gesù Cristo.
Tale aspetto è ben evidenziato nel magistrale capitolo sulla risurrezione (1Corinzi 15). In questo brano, Paolo, ispirato dal Signore, ci offre la possibilità di cogliere il senso della vita secondo Dio.
Nei versetti da 42 a 49, egli pone l’uomo di fronte a se stesso e all’ideale secondo Dio, offrendogli la possibilità di superarsi. Un movimento che parte dalla situazione attuale e va verso l’ideale: il corruttibile diventa incorruttibile; l’ignobile diventa glorioso; il debole diventa potente; il naturale diventa spirituale; il terreste diventa celeste. “Come abbiamo portato l’immagine del terrestre, così porteremo anche l’immagine del celeste» (1Corinzi 15:49).
Lo scopo per cui siamo nati è vivere in relazione ai valori divini e al nostro divenire secondo Dio, nella prospettiva della vita eterna.