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Perché siamo nati? (prima parte)

Notizie Avventiste/Francesco Zenzale
“La parola del Signore mi fu rivolta in questi termini: ‘Prima che io ti avessi formato nel grembo di tua madre, io ti ho conosciuto; prima che tu uscissi dal suo grembo, io ti ho consacrato e ti ho costituito profeta delle nazioni’” (Geremia 1:4-5).
“Mi chiamo… e sono avventista anch’io. Ho una domanda da farvi: perché noi siamo qui sulla terra? Qual è il motivo per cui dobbiamo vivere qui?”. Ci sono due cose che l’uomo ha bisogno di sapere: chi è, e conoscere perché è qui! Egli non può vivere se non scopre che senso ha la sua vita: rischia l’infelicità.
Ora, noi sappiamo che Dio ha creato ogni cosa con uno scopo. Nulla è stato lasciato al caso! Ogni pianta e ogni animale sono stati creati per dei motivi ben precisi. Per il fatto stesso che siamo qui, su questa terra, vuol dire che Dio ha uno scopo per la nostra vita. In Genesi 1:28 leggiamo: “Dio li benedisse; e Dio disse loro: ‘Siate fecondi e moltiplicatevi; riempite la terra, rendetevela soggetta…’”.
Il primo motivo per cui siamo su questa terra è quello di condividere la creatività di Dio, mediante la formazione di un nucleo familiare. Dio crea dalla sua parola, da se medesimo. L’uomo, a differenza degli animali, è reso consapevole dell’amore di Dio, della sua capacità di far fluire dal suo amore ciò che è “molto buono” (Genesi 1:31).
Dio crea a partire dalla polvere, dalla materia inorganica (Genesi 2:7), l’essere umano crea a partire dalla ciò che esiste ed è vivente, l’altro/a, mediante l’intimità. Nel contesto di Genesi 1 e 2, l’intimità deve essere preceduta dall’amore così come Dio ha creato ogni cosa a partire dal suo amore.
L’intimità è “l’incarnazione dell’amore”. Ciò significa che se manca il rapporto personale, l’affettività, l’incontro, il senso di affidamento, la progettualità, l’atto sessuale cessa di avere una funzione espressiva. Emotivamente può essere ancora piacevole o eccitante, ma spiritualmente è avvertito come un’azione vuota, e una volta svanita la sensazione emotivamente piacevole, ciò che resta è il senso di vuoto. “Questa, finalmente, è ossa delle mie ossa e carne della mia carne. Ella sarà chiamata donna perché è stata tratta dall’uomo” (Genesi 2:23; cfr. 1Corinzi 7:4).