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Pensaci. L’istinto, il desiderio e la felicità

Notizie Avventiste
Gli animali sanno spontaneamente come vivere autenticamente l’esistenza secondo la loro specie, in ogni momento e situazione. Essi crescono e diventano autonomi, sanno come vivere senza sbagliare, in modo autentico. Il ragno, da sempre, come raggiunge l’età comincia a tessere la tela e non sbaglia mai. Dove ha imparato? É l’istinto. I castori fanno le dighe allo stesso modo da migliaia di anni e non sbagliano mai. Una gallina non sbaglierà rischiando di comportarsi come un cane e viceversa. Quando l’animale soddisfa l’istinto, questo gli basta: è “felice”.
L’uomo dotato di un corpo, per certi versi simile ha quello animale, ha dei bisogni che deve soddisfare, pena la malattia o la morte. Ha bisogno di calore, di cibo, di liquidi, di dormire, ecc. Ma l’uomo non mangia o beve per istinto: ha fame e sete, ma può digiunare.
L’uomo non ha l’istinto della fame, della sete, della sessualità. L’uomo ha il desiderio della fame, della sete, della sessualità. Il desiderio non è come l’istinto, qualcosa che domina l’essere: l’uomo può rinunciare ad appagare il proprio desiderio, o differirne l’appagamento, in vista di un benessere superiore. É libero, dunque non ha impresso in se stesso una sua felicità che raggiunge istintivamente, come l’animale.
Essendo libero, l’uomo è creativo nei modi diversi di realizzare i suoi desideri, di cercare la sua felicità. Il desiderio non è un cieco impulso verso qualcosa che non ha un preciso significato, ma la disponibilità a canalizzare tutte le proprie energie verso un oggetto stimato centrale per soddisfare un bisogno fondamentale dell’esistenza. Il desiderio è come il motore di un’automobile, esso dà movimento a tutto l’essere. Nasce dal cuore e si manifesta in atti concreti, tali da afferrare l’adeguata soddisfazione. La volontà ha la capacità di orientare la persona verso l’oggetto o un progetto capace di esaudire il desiderio. L’appagamento del desiderio dipende dalla sua intensità, dal valore, dalla qualità o significato e dalla chiarezza del desiderio in sé (devo sapere quel che voglio), ma anche dalle risorse, dall’impegno personale e dalla fiducia che si ha in Dio.