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Pensaci. La grazia e la vittoria sul peccato

Francesco Zenzale
La domanda a cui prestare maggiore attenzione è la seguente: “Come posso intrattenere una relazione con Dio in modo tale da vivere una vita leale con la sua volontà?”. Gesù stesso ci ha dato la risposta: “Dimorate in me, e io dimorerò in voi. Come il tralcio non può da sé dar frutto se non rimane nella vite, così neppure voi, se non dimorate in me. Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla” (Giovanni 15:4,5).
La relazione che esiste tra la vite e i tralci è la chiave per raggiungere l’obiettivo di portare frutto, e il frutto a cui ci si riferisce è una personalità leale con Dio, un carattere che gli somigli. Questo è il frutto dello Spirito. Paolo lo identificò con “amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo” (Galati 5:22).
La Bibbia insegna che la grazia viene da Dio, in modo completo e gratuito. Nell’ambito di tale esperienza, Dio ci dona lo Spirito Santo che, operando dentro di noi, ci purifica e consente di portare frutto. L’azione della grazia trasformatrice continua in noi finché vivremo; tramite essa diverremo sempre più simili a Gesù. I grandi santi le cui vite sono riportate nella Scrittura, non hanno mai preteso di essere diventati senza peccato; ma hanno affermato e predicato che in Cristo si ottiene la vittoria sul peccato. Paolo dice: “Non che io abbia già ottenuto tutto questo o sia già arrivato alla perfezione; ma proseguo il cammino per cercare di afferrare ciò per cui sono anche stato afferrato da Cristo Gesù” (Filippesi 3:12). Possiamo essere vittoriosi contro il peccato, ma ciò può avvenire solo in Cristo Gesù, nostro Salvatore. Perciò la pre ghiera quotidiana di ogni figlio di Dio sarà: “Signore, riempimi di grazia, oggi. Di quella grazia che mi è necessaria per vivere una vita vittoriosa e per continuare a camminare accanto a te”.