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Noi, Dio e la porta dell’amore – seconda parte

Notizie Avventiste/Francesco Zenzale
Il secondo, simile a questo, è: ‘Ama il tuo prossimo come te stesso’” (Matteo 22:39).
Da ragazzo amavo andare al circo e osservavo con stupore l’evoluzione dei trapezisti, era come se volassero. Una volta, ricordo di aver assistito all’evoluzione di cinque trapezisti: tre volteggiavano e due restavano sull’attrezzo, pronti ad afferrarli. Quella che compivano in aria era una vera e propria danza! I tre si libravano nel vuoto, e il rischio era altissimo, finché non venivano afferrati dalle forti mani dei loro compagni. Ho sempre sognato di volare, di librarmi nel cielo; gli anni sono passati e non ho avuto ancora l’occasione di prendere l’aereo. Il coraggio dei trapezisti circensi è ammirevole. A ogni esibizione, essi sanno confidare nella salda presa del compagno nelle cui mani terminerà il loro volo. E sanno che solo lasciando andare la salda sbarra a cui si aggrappano potranno volteggiare con grazia flessuosa verso la successiva. Per potere essere afferrati devono lasciare la presa. Devono affrontare coraggiosamente il vuoto.
Vivere con questa sorta di disponibilità a lasciare la presa è una delle maggiori sfide che la vita ci riserva. L’oggetto può essere una persona, un bene materiale, il gruppo di appartenenza, la nostra reputazione. Moltissimi sono gli ambiti in cui ci aggrappiamo saldamente a qualcosa. Difendiamo accanitamente la felicità conquistata, quasi fosse una questione di sopravvivenza. Invece, il grande paradosso è che proprio quando ci si lascia andare all’altro come dono di sé che la felicità permane. Ne I quattro amori C. S. Lewis ha scritto: “Amare è essere vulnerabili […] Se volete star certi di mantenere intatto [il vostro cuore], non dovete concederlo a nessuno, neppure ad un animale. Avviluppatelo ben bene di hobby e piccoli lussi; evitate qualunque coinvolgimento; chiudetelo prudentemente a doppia mandata nello scrigno del vostro egoismo. Ma in quello scrigno – sicuro, oscuro, inalterabile, asettico – il vostro cuore si trasformerà. Non si spezzerà: diverrà infrangibile, impenetrabile, irredimibile. […] L’unico posto, a parte il cielo, in cui potete essere perfettamente al sicuro dai pericoli dell’amore è l’inferno”.