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Noi, Dio e la porta dell’amore – prima parte

Notizie Avventiste/Francesco Zenzale
Se vogliamo entrare dalla porta dell’amore e proseguire in “una sola carne” (Gen 2:24) è importante depositare nella relazione di coppia dei crediti che possono garantirne il successo.
I sentimenti che servono al matrimonio e alla sua stabilità sono diversi rispetto alla passione o al sentimentalismo, e in primo luogo bisogna fare distinzione fra innamoramento e amore.
“L’amore va costruito, non è solo sentimento, ma anche volontà, che richiede un insieme di virtù e la capacità … Amare vuol dire conoscere l’altro nella sua realtà, al di là delle nostre proiezioni, dei nostri desideri. Amare è anche consapevolezza che la felicità non dipende solo dalla persona amata, che ognuno deve avere la possibilità di sviluppare la propria personalità anche nei rapporti con gli altri” (E. Fromm).
“L’innamoramento è la fusione di due momenti, l’amore è la sintesi di due storie di vita” (Lutte).
Segue la solidarietà che significa senso di condivisione fra moglie e marito. L’amore vero vuole partecipare, condividere, dare, raggiungere. Pensa all’altro e non a se stesso. Hermann Oeser, scrittore tedesco, afferma: “Coloro che vogliono diventare felici, non dovrebbero sposarsi. Quel che ha importanza è far felice l’altro. Coloro che vogliono essere capiti, non dovrebbero sposarsi. Quel che ha importanza è capire il proprio partner”.
Poi troviamo la fiducia, che promuove un profondo senso di affidamento reciproco e di protezione. Quindi la fedeltà. Non si può rispondere a un amore totale con un amore parziale. L’amore è sacro nella misura in cui esprime il dono di sé, senza limiti e restrizioni, senza condizioni, né riserve. La riuscita del matrimonio non dipende solo dalla capacità d’innamorarsi, ma soprattutto dal saper restare nell’amore indipendentemente dalle circostanze della vita. Pertanto, la fedeltà ai voti matrimoniali o a una relazione non significa solo resistere alla tentazione ma, innanzitutto, rimanere fedeli all’amore divino, il che vuol dire crescere in questo amore senza accumulare frustrazioni.
Da non dimenticare il perdono reciproco. Spesso dimentichiamo che siamo “molto” umani e che non solo abbiamo a che fare con delle emozioni inutili, ma soprattutto con il bisogno di perdonare, di essere perdonati e di sentirci amati nonostante le nostre debolezze.
C’è poi il sentimento di appartenenza sociale. Bisogna tenere presente che facciamo parte di un noi “sociale” e che non si può gustare la felicità chiudendosi in se stessi, paghi di riversare l’uno sull’altra l’affetto. É basilare cogliere ogni occasione contribuire alla felicità di quelli che ci stanno intorno. L’avvenire del matrimonio non dipende dal possedere più o meno una casa, un patrimonio, un lavoro soddisfacente, esso è assicurato soprattutto dai fondamenti morali e di relazione dei due sposi.