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Noi, Dio e la chiesa – prima parte

Notizie Avventiste/Francesco Zenzale
Gesù disse ai suoi discepoli: “È impossibile che non avvengano scandali, ma guai a colui per colpa del quale avvengono! Sarebbe meglio per lui che una macina da mulino gli fosse messa al collo e fosse gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno solo di questi piccoli” (Luca 17:1-2).
Cirillo di Alessandra, nella sua seconda lettera a Nestorio, scriveva: “Tornando a ciò che credo più importante, ti ammonisco anche ora, come fratello in Cristo, perché tu esponga la dottrina e il pensiero sulla fede al popolo con ogni cautela e prudenza perché tu rifletta che lo scandalizzare anche uno piccoli che credono in Cristo, suscita la insopportabile, indignazione di Dio”.
Una persona, esprimendo un vago disagio comune un po’ a tutti, affermò con disinvoltura e sofferenza che tutte le sue credenze religiose erano in crisi. Alla domanda se ciò riguardava soprattutto Gesù, Dio o la chiesa, “la chiesa, ovviamente, rispose, è l’origine di tutta la crisi”.
Questo atteggiamento nel quale molti dei nostri amici si possono ritrovare, ci porta a considerare come la chiesa, cioè l’intero popolo di Dio, se non è “messa in crisi” di continuo dalla Parola di Dio, “mette in crisi” sempre la fede di ogni uomo di buona volontà. A sua volta, anche la stessa fede in Dio, se non è costantemente “messa in crisi” dal croce di Gesù, ottiene lo stesso effetto, riducendosi a religione che opprime e non lascia all’uomo lo spazio della libertà che Dio ci ha donato.
Da qui la necessità di accostarci alla Parola-Dio che fonda la chiesa: essa ci mette in discussione, ci scardina continuamente dai nostri atteggiamenti difensivi e offensivi, e dischiude il nostro cuore a un dono. Questo dono è Dio stesso, che si concede nell’uomo Gesù, vero volto di Dio. Infatti, sta scritto: “chi ha visto me, ha visto il Padre” (Giovanni 14:9).
Pertanto, se pensassimo e parlassimo un po’ più di Gesù e un po’ meno di noi stessi e degli altri, potremmo beneficiare molto della sua presenza e della sua pace. I contenuti della nostra fede cristiana sarebbero più credibili per noi e per coloro che ci circondano.