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La riconciliazione e il senso della trasparenza

Francesco Zenzale
Vivere secondo giustizia in rapporto a Dio, nel mondo in cui viviamo, fortemente modificato nei valori, rispetto al passato anche recente, richiede coraggio e uno stile di vita che abbia come unico riferimento morale e relazionale la persona di Gesù, artista della comunicazione. Egli è l’espressione ultima della volontà di Dio che ci dà la possibilità di muoverci nei meandri delle relazioni umane con integrità, rettitudine e trasparenza.
La trasparenza è una parola attraente e dall’ampio significato; si lega a franchezza, integrità, onestà, correttezza, rettitudine, chiarezza, apertura, rispetto, senso di responsabilità e a tante altre cose che ci permettono di rapportarci correttamente agli altri. Pertanto, la trasparenza non ha nulla a che fare con l’omertà, l’oscurità, l’opacità, la segretezza, la disonestà, l’immoralità, con il nascosto.
Essere trasparenti non significa essere maleducati, parlare a sproposito, essere vendicativi, ma esprimersi correttamente offrendo la propria valutazione senza esprimere giudizi di condanna, promuovendo una sana dialettica tesa a consolidare i rapporti umani e a trovare soluzioni adeguate a fatti e aspetti della vita familiare ed ecclesiale che hanno bisogno di essere migliorati o qualificati. Maggiore è la trasparenza, meno probabilità ci sono che disinformazione, pettegolezzi, ecc. “riempiano il vuoto”. In altre parole quando non c’è trasparenza si crea un vuoto che viene riempito dai pregiudizi e dall’opinione personale.
Parlare chiaro, con giustizia, è un esercizio particolarmente audace perché implica riconoscere i propri sbagli con le relative conseguenze. Molti preferiscono tacere, rimanere nell’opacità, piuttosto che essere trasparenti, assumendosi le proprie responsabilità. Altri vivono nel silenzio per paura di essere censurati, isolati, emarginati; oppure si assoggettano facendo finta di essere d’accordo pur di essere tra quelli che detengono una certa autorità.
Altri ancora parlano di nascosto, dietro le quinte, perché non hanno il coraggio di esprimere il loro pensiero o le loro idee per paura di non essere presi in considerazione. Ci sono anche quelli che parlano di nascosto, con l’uno o con l’altro, senza mai assumersi apertamente le proprie responsabilità. Infine, forse i più pericolosi, sono quelli che complottano, congiurano ai danni altrui, pensando e illudendosi di farlo in buona fede. Tutto ciò non ha nulla a che fare con la trasparenza, con la sincerità, l’onestà e con il senso di responsabilità.
Dio disse ad Aronne e a Maria sua sorella: “Con lui io parlo a tu per tu, con chiarezza, e non per via di enigmi; egli vede la sembianza del Signore. Perché dunque non avete temuto di parlare contro il mio servo, contro Mosè?” (Numeri 12:8).
In breve, tutti vorremmo avere delle relazioni cordiali e sane con il nostro prossimo, ma non sempre è facile conseguirle. Siamo tutti peccatori e imperfetti; esseri dai tratti caratteriali per i quali non sempre è facile andare d’accordo. Ma determinante, nell’ottica dei rapporti con gli altri, è la trasparenza e soprattutto la nostra relazione personale con Dio. Solo rafforzando uno stretto legame con il Signore potremo stabilire con il prossimo quel rapporto ideale che dovremmo avere.