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Daniele in breve. Introduzione

Inizia, con questo numero, una nuova serie di riflessioni bibliche del past. Francesco Zenzale. Protagonista è il libro del profeta Daniele. Il pastore Zenzale condurrà il lettore in un viaggio alla scoperta di tematiche e messaggi più che mai attuali. (La redazione).

Francesco Zenzale – Molti hanno studiato il libro di Daniele, altri ancora lo faranno e pertanto queste mie brevi riflessioni sono semplicemente un invito a una maggiore consapevolezza di quanto sia importante il contenuto di questo meraviglioso libro. Anche Gesù, nel suo discorso profetico, ne evidenzia l’importanza con le seguenti parole: “Quando dunque vedrete l’abominazione della desolazione, della quale ha parlato il profeta Daniele, ‘posta in luogo santo’ (chi legge faccia attenzione!)” (Mt 24:15).

Questa iniqua violazione che riguarda Dio, la salvezza e i suoi figli, determina una crisi esistenziale al punto che quei giorni di “grande tribolazione, quale non v’è stata dal principio del mondo fino ad ora, né mai più vi sarà”, saranno abbreviati a motivo degli eletti; diversamente nessuno scamperebbe (Mt 24: 16-22).

Daniele, dunque, ci aiuta a cogliere il senso della vita e dell’essere figli di Dio anche nei momenti più angosciosi. In tal senso, penso all’esperienza dei suoi tre amici, così determinati nel testimoniare la loro fedeltà a Dio, nonostante la fornace ardente (Dn 3). Lo stesso Daniele mostra la sua incrollabile fede, benché si trovasse nella condizione di essere sbranato dai leoni (Dn 6). E ancora, penso a tutti i figli di Dio che nel corso della storia sono stati immolati per amore di colui che era stato a suo tempo messo in croce. “Di loro il mondo non era degno” (Eb 11:37-40).

Daniele è per noi, come lo è stato nel passato per tutti coloro che lo hanno studiato con cura, un libro che ci aiuta a cogliere il tempo in cui Dio porrà fine a questo immane sacrilegio.

“In quel tempo sorgerà Michele, il grande capo, il difensore dei figli del tuo popolo; vi sarà un tempo di angoscia, come non ce ne fu mai da quando sorsero le nazioni fino a quel tempo; e in quel tempo, il tuo popolo sarà salvato; cioè, tutti quelli che saranno trovati iscritti nel libro. Molti di quelli che dormono nella polvere della terra si risveglieranno; gli uni per la vita eterna, gli altri per la vergogna e per una eterna infamia. I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento e quelli che avranno insegnato a molti la giustizia risplenderanno come le stelle in eterno” (Dn 12:1-3).

È vero, sono passati oltre due mila anni da questa visione profetica e forse il credente è stanco e confuso. Ma il “tempo della fine” verrà. Per coloro che dormono nella polvere della terra, per coloro che si addormenteranno, per chi sarà vivo nel giorno in cui Gesù ritornerà. A noi e a coloro che vivranno nel tempo della fine, Gesù rivolge un caloroso invito: “State bene attenti che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso improvviso; come un laccio esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate e pregate in ogni momento, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che deve accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo” (Lc 21:34-36; CEI 74).

Per informazioni o approfondimenti: assistenza@avventisti.it